Gli europei indoor di atletica leggera, in sala a Praga lo scorso fine settimana, hanno portato a Modena una medaglia preziosissima: quella d’argento vinta da Silvano Chesani nel salto in alto.
L’atleta delle Fiamme Oro, nato a Trento ventisei anni fa, è dal 2009 che vive a Modena sotto la guida tecnica di Giuliano Corradi allenatore del Centro di Elite del salto in alto al campo di atletica della Fratellanza 1874.
Sceso dal volo di Praga, Silvano è rientrato a Modena dove è stato accolto da compagni di allenamento ed amici. Da vero modenese d’adozione il modo migliore per festeggiare è stato il pranzo a base di crescentine e gnocco fritto. “Perché qui a Modena siete dei re”.
A Praga ho realizzato un sogno. Chi glielo toglie quel sorriso a 32 denti stampato in Eurovisione dopo aver superato 2,31 domenica? “Non riesco ancora a realizzare a pieno – le parole di Silvano – perché non ho ancora avuto un momento da solo per immagazzinare quello che è successo. La gara più difficile era sicuramente la qualificazione dove sono stati esclusi nomi importanti e dove io ero sempre stato sfortunato gli anni passati. Ed invece a Praga sono sceso in campo determinato a volere la finale. Sapevo di stare bene. Così è stato poi in finale quando la medaglia me la sono presa superando 2,31. Una gioia infinita.”
I momenti bui superati a Modena. Le gioie più belle spesso arrivano dopo momenti difficili. Ed anche un giovane talento come Silvano ha nella sua carriera dovuto superare queste difficoltà. “Arrivato a Modena nel 2009 ero in crisi. Avevo già all’attivo 2,21 ma non riuscivo a riavvicinarmi. Giuliano Corradi mi ha preso e portato in un percorso di crescita che ogni anno ha avuto i suoi risultati.” A dirlo sono la progressione dei suoi primati: 2,24 (2009) 2,25 (2010) , 2,28 (2011) , 2,31 (2012) , 2,33 (2013).
Il primo momento buio capita nel 2012 quando Silvano, nonostante avesse saltato 2,31 a febbraio, non viene portato alle Olimpiadi di Londra per mancanza di conferma tecnica all’aperto. Silvano e Giuliano mandano giù l’amaro boccone e ripartono.
2013: il record italiano indoor. La voglia di Silvano e del tecnico Giuliano di rifarsi è tantissima. E dopo aver smaltito la delusione Olimpiade, Silvano si rimette a lavorare duramente tanto è che a febbraio 2013 arriva il record italiano indoor con la misura di 2,33. È la prima volta che un atleta di Corradi firma un record italiano assoluto. “E’ stato un grande risultato. Finalmente potevo ripagare Giuliano della enorme passione e dedizione che lui ha in me ed in tutti i ragazzi che allena. Volevo ottenere un risultato che lo ripagasse”.
2014: un anno di stop. Silvano termina il 2013 e si ferma ai box per risolvere un problema al tendine d’Achille . “Avevo esagerato quell’anno. Tra indoor e outdoor avevo fatto 13 gare di alto livello ed una stagione con Euroindoor di Goteborg e Mondiali di Mosca. Avevo frustato il mio tendine che ho deciso di fare recuperare saltando la stagione indoor del 2014.” Pronto per una bella stagione all’aperto Silvano si presenta alla prima gara a giugno e si strappa il soleo “Subito pensavo a nulla di grave. Poi quando ho capito che saltavo tutta la stagione all’aperto non sapevo come reagire. Era da otto mesi che non gareggiavo e mi sentivo chiuso in gabbia”.
Fratellanza 1874: il Centro di Elite del salto in alto. Chesani è un super testimonial quando il presidente del Coni Malagò assieme al presidente Fidal Alfio Giomi ed alle massime autorità dello sport italiano vengono a Modena ad inaugurare il Centro di Elite del salto in alto. “La Fratellanza è una isola felice. È l’unico posto che io conosca dove si respira la vera atletica. Si respira la passione e l’amore per questo sport. Dalla mattina alla sera questo campo è vissuto da persone che trasmettono i valori ai tantissimi giovani che frequentano il campo. Il centro di Elite è secondo me il giusto premio ad una società storica, ad un impianto all’avanguardia ed alla carriera di Giuliano Corradi, in assoluto un tecnico fantastico.”
L’argento agli Europei: un successo di team. A Silvano mancava solo una medaglia da palmares, nel suo ricco albo di successi. “A Praga mi sono davvero tolto una soddisfazione incredibile. Sapevo che con 2,31 si poteva andare a medaglia, e con il record a 2,34 avrei potuto vincere. Gran parte del merito di questo risultato va sicuramente a Giuliano, senza il quale non sarei arrivato dove sono oggi, alla Federazione Italiana di Atletica Leggera ed alle Fiamme Oro, il mio gruppo sportivo, oltre al fisioterapista Maurizio Odorizzi”.
Le foto di Silvano Chesani a Praga sono di Giancarlo Colombo/FIDAL.